1. Carie che superano la radice
2. Malattia parodontale (quella che si chiamava impropriamente piorrea)
3. Denti del giudizio non erotti completamente
4. Interventi chirurgici o danni durante un estrazione
La carie rappresenta la principale causa di infezione, infatti la carie dopo aver distrutto lo smalto e la dentina invade la polpa e la porta in necrosi, successivamente arriverà alla fine della radice (detto apice) e da qui causerà la cosidetta patologia periapicale. Non mi dilungo notevolmente su questi argomenti in quanto sono molto simili fra di loro alcuni quadri ed è una questione di terminologia. Faccio questo per mantenere viva la vostra attenzione ed evitarvi la noia, che vi assicuro potrebbe essere tanta! Quindi ringraziatemi che vado dritto al sodo ma nonostante questo informandovi ampiamente! (ahah)
Il quadro più tipico che si verifica dopo la pulpite irreversibile che ho descritto nelle scorse lezioni è la necrosi pulpare. Il paziente non sentirà più dolore e di conseguenza per un pò avrà tregua, ma...c'è un ma! I batteri sono ancora presenti all'interno del dente. Vi ricordo che noi abbiamo un sistema immunitario che consta di due parti e che ha lo scopo di proteggerci dalle infezioni e dalle sostanze estranee. Una prima parte è la risposta aspecifica che si basa sull'infiammazione, il complemento ed i macrofagi. L'altra componente che ha bisogno di maggior tempo per essere elaborata è la risposta specifica che è formata dai linfociti B, T e NK.
Quando siamo infetti e quindi anche nel caso dell'infezione odontogena la prima reazione che avviene è a livello della polpa che come abbiamo detto ha un aumento pressorio che la porta dapprima ad essere infiammata ed a causare dolore e poi a morte (della polpa!!). In ogni caso il sistema immunitario è sempre attivo in ogni momento della giornata, anche quando dormite e cercherà di eliminare i batteri responsabili dell'infezione. Dopo la prima fase di infiammazione si svilupperà un fronte di combattimento fra batteri che hanno causato la carie e hanno distrutto la polpa ed il sistema immunitario presente a livello dell'apice della radice.
Il sangue porterà i rinforzi per contrastare l'avanzata dei batteri. Ci sarà quindi una vera e propria battaglia anche se microscopica, ed il risultato potrà causare o meno o la distruzione dei batteri o il proseguimento dell'invasione. Dipenderà da tanti parametri come il sistema immunitario dell'ospite, lo stato di salute, il numero di batteri ed il tipo. Ci sarà infine un terzo caso, ovverossia quello dell'equilibrio fra batteri ed ospite. Immaginatevi una battaglia alla pari, un pò come la Prima Guerra Mondiale, dove tutto veniva svolto nelle trincee e bene o male la situazione era sempre simile. Questo è il caso della cronicizzazione. In poche parole di solito in una prima fase ci sarà una infezione acuta dell'apice radicolare, chiamato ascesso apicale acuto, dove il paziente può o meno avvertire dolore. Una volta che il sistema immunitario interviene e riesce ad arginare l'infezione si passa al caso della cronicizzazione, c'è quindi un equilibrio nella battaglia e l'ascesso diventa un ascesso apicale cronico.
In questo caso il paziente non avvertirà più dolore e la lesione rimane mediamente stabile. Se il paziente avverte nuovamente dolore ciò significa che i batteri stanno riniziando la battaglia, in questo caso si tratta di ascesso apicale cronico riacutizzato. Questo spesso è il caso di ascesso periapicale (quindi intorno all'apice della radice) in cui il paziente sente il dolore, mentre in quello acuto o è presente e dura poco o è assente. Quando viene arginata l'infezione si può parlare di granuloma. Ma cos'è questo termine brutto che spesso fa paura? Per descrivere il granuloma possiamo dire che è un processo infiammatorio cronico dove è presente un particolare quadro infiammatorio ricco di neutrofili e macrofagi. Lasciamo perdere questa terminologia e seguite a me: il granuloma non è nient'altro che un assedio! E' una tattica di guerra escogitata dal nostro organismo per fermare l'infezione ed evitare che si diffonda. Se pensate alla guerra di Troia vi risulta chiaro che gli assedi possono durare anche molto tempo! Ed infatti il granuloma è una situazione di equilibrio che permette al paziente di guarire in una buona parte dei casi.
Il granuloma si può evidenziare in una radiografia in certi casi come un'area dove l'osso è più rarefatto, nel caso delle tipiche radiografie l'osso apparire quindi meno bianco o nero!!! Spesso però quando si fa una radiografia non si riesce più a distinguere il granuloma dalla cisti, che è una sua possibile evoluzione. Nel caso della cisti infatti si crea una parete di epitelio attorno alla zona infettata ed i batteri possono crescere al suo interno, rendendo la guarigione più complicata.
Per curare un granuloma bisogna curare il dente, infatti questo costituisce una via nella quale passano i batteri dalla bocca alla radice e portano continui rinforzi! Per far cessare la battaglia è necessario tagliare i rinforzi e si può procedere con una terapia canalare (devitalizzazione) nella quale si eliminano tutti i batteri e si chiude la radice in modo tale da troncare i rinforzi ed eliminare l'infezione. Spesso il granuloma così guarisce, ma in certi casi si può trattare di una cisti ed il discorso si fa più complicato.
Per oggi è tutto, ma in realtà abbiamo solo appena iniziato a parlare delle infezioni ed il processo infatti è ancora molto lungo! Vi anticipo che l'infezione può spostarsi dall'interno dell'osso sino alla zona più esterna, ed ancora andare ad invadere o le gengive, o il palato o addirittura le guance o il mento sino ad arrivare al pericolosissimo quadro di osteomielite dove c'è una vera e propria infezione dell'osso e del midollo osseo. Per ora siamo arrivati alla tattica dell'assedio, e quindi al granuloma, ma il nostro sistema immunitario non ce l'ha fatta, ed in questo caso i batteri continuano l'invasione...causando un'osteite endostale. La battaglia continua! Alla prossima lettori!!!
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